Era una moglie ma anche cugina del marito. Capelli rossi, alta e le unghie delle mani sempre laccate di un colore rosso vivo! Non si amavano, solo l'opportunità, decretata da uno zio di entrambi, decise il loro destino. Graffiante, ironica, alternativa nelle sue idee che creavano panico tra le cognate così contenute nel linguaggio. Contraria al matrimonio, avrebbe voluto che il rapporto della donna con l'uomo fosse un "usa e getta" (sono parole sue)! Però amava partecipare ai matrimoni altrui; avvenimenti mondani in cui si trovava a proprio agio. Diceva quello che pensava, brutalmente, senza mezze misure. Tirava fuori le più recondite frustrazioni di ognuno. E rideva di gusto con aria di sfida. Per più di 90 anni cavalcò la vita dicendo che era passata dalle "stelle alle stalle" e viceversa. Noi giovani l'ascoltavamo affascinati. Viaggiò molto per l'Italia, sempre con comode scarpe da tennis, ma piena di gioielli perché gli altri dovevano capire chi era. La donna doveva solo lavorare ed emanciparsi; tutto il resto per lei era "patologia"! Impedì ai figli di sposarsi, lasciandoli - quando morì molto anziana - in un angolo senza speranza.
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Gentile Matilde, anche questo scritto è molto bello e, come tanti altri, incuriosisce: viene quasi da chiedersi "chissà se io ho mai incontrato la donna descritta in queste righe"!
RispondiEliminaG.
Trovo anch'io questo capitolo molto interessante! Questo personaggio mi affascina, quindi mi piacerebbe conoscere maggiori dettagli, ad esempio cosa si intende esattamente con il fatto che passó "dalle stelle alle stalle E VICEVERSA".
RispondiEliminaSpero che lei possa soddisfare la mia curiositá!
C.
Gentile G., sono certa che se Lei avesse conosciuto la femminista ne sarebbe rimasto incantato.
RispondiEliminaGentile C., l'espressione da Lei citata e non compresa si riferisce alle alterne vicende economiche della femminista.
RispondiEliminaCordiali saluti e grazie,
Matilde nata V.