Riordinando alcuni libri, nel paese del profondo sud, ho trovato il mio vecchio manuale di filosofia. Lo apro. La pagina è quella di Cartesio e del "cogito ergo sum". Indubbiamente questa enunciazione è stata molto innovativa in quel contesto storico-filosofico. Il problema ontologico e della conoscenza (che paroloni!) viene spostato dall'esterno all'interno del nostro io. Io penso quindi esisto. Al di là delle considerazioni tecniche che sono molto complesse (non so se ne sarei capace), ora, a 60 anni compiuti, penso che la relativizzazione o relativismo che dilaga in termini correnti nella società attuale sia anche partito da lì. Non era nella mente di Cartesio il mondo di oggi, ma il cogito cartesiano è stato come uno schiocco di dita che ha dato il via. Ha aperto un nuovo scenario al pensiero umano dove, come in un'enorme prateria, ognuno - il tecnocrate, il filosofo, il sociologo, il teologo - ha piantato tenda. Mi si permettano, anche a costo di banalizzare Descartes, alcune mie riflessioni "fuori tema". Nella nostra società ognuno afferma se stesso. Bene. Si erge a legislatore dell'etica (rabbrividisco!), la assolutizza, immettendola nei rigagnoli del pensiero-slogan, infarcito di mode, di imitazioni ed anche di solitudine. Siamo diventati esseri fragili. Quante volte diciamo di operare solo secondo la nostra coscienza. Come se nella nostra coscienza ci fosse la verità. Nulla è giusto e tutto è giusto. Effetto devastante: l'uomo diventa, oltre che legislatore, giudice di se stesso. Abbiamo svuotato i sentimenti più autentici. Storditi da sollecitazioni, siamo diventati sordi. Non sappiamo ripiegarci su noi stessi, né ascoltare gli altri, la natura che parla sempre il suo linguaggio universale o Dio (per chi crede, io sì) . Miei cari lettori, voi penserete in questo momento che Matilde nata V. ha 60 anni, quindi... ma io rifiuto questa soluzione-data di nascita! Dico è una opinione. La mia. Grande Cartesio!!!
Fonte immagine: http://www.cra.na.it/
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