Minuta e molto magra. Silenziosa e sorridente. Lei che era sempre vissuta nello stretto perimetro del paese, non esitò a partire. Imparò le lingue e trovò in sé le risorse per vivere in terra straniera tra studio, letture e lunghe suonate al pianoforte. Non vivevano, ovviamente, insieme. Ma ogni sera, dopo il lavoro, lui trascorreva del tempo nel piccolo appartamento della madre. Tra i due, colloqui "silenziosi": uno ritrovava le sue radici e l'altra il suo futuro. Dopo il fallimento del matrimonio, ci fu una passerella di donne, che così come entravano in scena ne uscivano. Dalla madre nessun commento... mai... Tornava ogni estate assieme al figlio. Ci sorrideva. Il suo silenzio, però, diventava sempre più trepidante... Poi, la svolta... lui si risposò. Una ragazza giovane e ... "rampante". Sembrava che tutto andasse bene. Poi - sempre nei nostri incontri estivi - cominciò ad affiorare una certa amarezza. Delusione, mai palesata espressamente, ma che lo lacerava dentro. Altra svolta: lasciò il lavoro e la terra del Nord e tornò al paese. La nuova famiglia rimase lì. L'anziana madre lo seguì. Lei ritornò nella vecchia casa, lui nella villa in campagna. Alla sera i soliti "colloqui silenziosi". Quando la madre morì rimase veramente solo. Indimenticabile il suo dolore. Piangeva senza lacrime, singhiozzava senza singhiozzi!... Veniva sempre più spesso a trovarci. A lui bastava il nostro affetto senza domande. In fondo anche qui "colloqui silenziosi". Non fece trapelare più l'amarezza, nessuna frase lasciata lì per caso. Gli bastava l'affetto di mia madre, mio e di qualche altro parente. Parlava di sé con sottile autoironia. Aveva ben chiara la sua vita. Il volto perennemente abbronzato. In campagna l'esposizione al sole era pressoché continua. Rimase sempre "snob" e "anti-snob"... Era difficile capire la sua esistenza da eremita. Veniva giudicata severamente: l'ultima sua stravaganza. Ma io conoscevo il suo malessere... Ogni tanto partiva per il paese del Nord. Ma prima veniva sempre a salutarci. Anche quella volta...quando arrivato lì fu stroncato dal suo cuore malato. Aveva 52 anni. Era nato V. ed è stato il mio più caro amico.
Questo spazio, oltre ad essere un mio momento di libertà, fa riferimento alla mia infanzia e giovinezza e ai personaggi, luoghi e storie che hanno fatto parte della mia vita di allora. Tutto ciò ha profondamente toccato il mio cuore, perché i nati V. di allora mi hanno molto amata e capita e a tutti loro dedico i miei ricordi. Grazie!
giovedì 21 ottobre 2010
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