Abbiamo tante volte parlato di Esterházy e del suo libro più famoso "Harmonia Caelestis". Con te si poteva discutere di tutto. Sapevi parlare e sapevi ascoltare.
Scendevi (per andare nel salotto dei nostri colloqui) quelle "orribili" scale (che nuocevano al tuo cuore malato) con grazia ed eleganza. Perché tu eri veramente aristocratica. E non solo perché appartenevi ad una famiglia (la stessa del "lui" più importante della mia vita: mio marito) che vanta mille anni di storia documentata. Non solo per questo. Erano i tuoi pensieri elitari, mai banali. Intelligenza e sensibilità. Libertà.
La verità era importante nei nostri colloqui. Ci rendeva libere. Noi due, attanagliate da percorsi e vicende similari. Noi due ed i nostri figli. Ansie, speranze e delusioni...
Più di mezzo secolo di amicizia, di travolgimenti di eventi, ma sempre curiose della vita.
Io girovaga per l'Europa. Tu sempre nella vecchia casa, nel quartiere che, nel paese del profondo sud, sa più di "oblio". Eppure eri sempre all'avanguardia nelle tue riflessioni. I tuoi discorsi abbracciavano il mondo intero. Vincevi la malinconia con la tua intelligenza. Superavi le incomprensioni con l'amore e il perdono. Ci siamo aiutate a vicenda. Sapevi cogliere ogni sfumatura del mio animo.
Per Esterházy l'Harmonia Caelestis è un'antica partitura musicale composta da un suo antenato nel 1600.
Per me è il luogo (so che non vi esiste lo spazio ed il tempo) dove tu sei ora. La condizione del tuo essere nell'infinito, dove tu, bella come sempre e con gli occhi nerissimi e grandi, ti muovi libera, ancor di più.
Ed io?... ora?... ciao Amica mia.
Scendevi (per andare nel salotto dei nostri colloqui) quelle "orribili" scale (che nuocevano al tuo cuore malato) con grazia ed eleganza. Perché tu eri veramente aristocratica. E non solo perché appartenevi ad una famiglia (la stessa del "lui" più importante della mia vita: mio marito) che vanta mille anni di storia documentata. Non solo per questo. Erano i tuoi pensieri elitari, mai banali. Intelligenza e sensibilità. Libertà.
La verità era importante nei nostri colloqui. Ci rendeva libere. Noi due, attanagliate da percorsi e vicende similari. Noi due ed i nostri figli. Ansie, speranze e delusioni...
Più di mezzo secolo di amicizia, di travolgimenti di eventi, ma sempre curiose della vita.
Io girovaga per l'Europa. Tu sempre nella vecchia casa, nel quartiere che, nel paese del profondo sud, sa più di "oblio". Eppure eri sempre all'avanguardia nelle tue riflessioni. I tuoi discorsi abbracciavano il mondo intero. Vincevi la malinconia con la tua intelligenza. Superavi le incomprensioni con l'amore e il perdono. Ci siamo aiutate a vicenda. Sapevi cogliere ogni sfumatura del mio animo.
Per Esterházy l'Harmonia Caelestis è un'antica partitura musicale composta da un suo antenato nel 1600.
Per me è il luogo (so che non vi esiste lo spazio ed il tempo) dove tu sei ora. La condizione del tuo essere nell'infinito, dove tu, bella come sempre e con gli occhi nerissimi e grandi, ti muovi libera, ancor di più.
Ed io?... ora?... ciao Amica mia.
Fonte immagine: http://openlibrary.org/
Commento molto in ritardo, ma ci tengo a dire che sono onorato di aver condiviso la lettura di questo romanzo con voi.
RispondiEliminaRicordo anche io quelle scale e lei che le discende, anche se è una scena a cui mi è capitato di assistere una volta sola, e mi spiace non averla conosciuta meglio, anche per la differenza di generazione. Un abbraccio.